La composizione negoziata è lo strumento che il legislatore ha creato per aiutare le aziende in crisi ad evitare di cadere in situazioni di crisi insanabile che conducano alla liquidazione giudiziale dell’impresa (ex-fallimento) o procedure di concordato preventivo. Proprio perché tale strumento si presta ad essere utilizzato da imprese che non si trovino già in una situazione di crisi irrecuperabile, il legislatore ha previsto un apposito “test pratico sulla ragionevole perseguibilità del risanamento” da effettuarsi sulla piattaforma telematica delle camere di commercio, il cui compito è proprio di verificare in maniera oggettiva il via libera all’utilizzo della composizione negoziata.
Il test, introdotto nel 2022, è stato oggetto di modifica a marzo 2023, al fine di rendere più preciso il calcolo del debito da ristrutturare e dei tempi di risanamento.
La novità è la seguente: nel test pratico sulla ragionevole perseguibilità del risanamento andranno inserite anche le “disponibilità finanziarie” dell’impresa. Lo ha previsto il ministero della giustizia con il decreto del 21/03/2023 che ha integrato il decreto del 23/09/2022, rimediando così all’originaria mancata inclusione nel calcolo dell’entità del debito da ristrutturare. Come detto, il test permette una valutazione preliminare della complessità del risanamento e dei suoi tempi, attraverso il rapporto tra entità del debito che deve essere ristrutturato e quella dei flussi finanziari.
La modifica appena apportata dal ministero di giustizia prevede quindi l’inserimento delle “disponibilità finanziarie”, che provoca un duplice effetto: modifica l’entità del debito da ristrutturare e di conseguenza modifica i tempi stimati di risanamento. A seconda del segno di tale posta, che può essere sia negativa che positiva, si possono considerare due fattispecie:
se il saldo delle disponibilità finanziarie è negativo, ovvero l’esposizione debitoria a breve verso le banche è maggiore rispetto alla liquidità, l’entità del debito da ristrutturare aumenterà e di conseguenza aumenteranno i tempi necessari per il risanamento;
se invece il saldo delle disponibilità finanziarie è positivo, in quanto la liquidità risultate sui conti correnti attivi è superiore al debito risultate da eventuali conti correnti passivi, l’entità del debito da ristrutturare si ridurrà, portando ad una riduzione nei tempi di risanamento.
Il legislatore lavora da anni per superare il concetto di fallimento, ed ora che il vecchio diritto “fallimentare” è andato in pensione, ci si augura che tutte le imprese si dotino degli adeguati assetti anti-crisi previsti dal D.lgs. 83/2022 e che il governo, per mezzo dei suoi tecnici, continui a migliorare le procedure di prevenzione e superamento della crisi d’impresa.
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